LESIONI DELLA CARTILAGINE ARTICOLARE
1.Di cosa si tratta?
La cartilagine articolare è il tessuto che ricopre le estremità articolare, svolgendo una doppia funzione nella complessità della fisiologia articolare. Per prima cosa assicura lo scorrimento reciproco dei capi articolari, ammortizzando inoltre i carichi in compressione. Non essendo vascolarizzata, ha una capacità rigenerativa limitata. Le lesioni della cartilagine articolare possono essere classificate in post-traumatiche, dovute a traumi che determinano microfratture delle trabecole dell’osso subcondrale, e degenerative, causate dal fisiologico deterioramento delle cartilagini articolari, determinando la fase iniziale della patologia artrosica. Possono, inoltre, essere distinte in lesioni condrali, quando il coinvolgimento è solo cartilagine, o lesioni osteocondrali, nelle quali si associano alterazioni e possibile esposizione dell’osso subcondrale.
2.Come influenza la mia vita quotidiana?
Le lesioni cartilaginee hanno un’incidenza elevata, soprattutto in ambito sportivo, e le articolazioni colpite con più frequenza sono quella del ginocchio, della tibio-tarsica e dell’anca, che sono le principali articolazioni gravate dal carico. Il dolore solitamente si presenta in maniera acuta nel caso di traumi, ed insorge invece progressivamente in caso di processi degenerativi. I sintomi includono, oltre il dolore, versamento intra-articolare, difficoltà nei movimenti. Tale quadro determina generalmente una compromissione di attività quali la camminata, la corsa, la salita e discesa delle scale, l’attività sportiva. Nei casi, più rari, di lesioni condrali di articolazioni fuori carico come la spalla ed il gomito, il movimento articolare è il fattore che scatena il dolore.
3.Esistono trattamenti conservativi?
Per le lesioni non avanzate si propone sempre un trattamento conservativo basato sull’integrazione orale di componenti della cartilagine (collagene, acido ialuronico, glicosamminoglicani) e sulla terapia infiltrativa con acido ialuronico intrarticolare. Inoltre, specialmente per le lesioni singole e localizzate, l’utilizzo di gel piastrinico permette di apportare localmente un concentrato di fattori di crescita che induce la formazione di tessuto fibroso. Tale tessuto, nonostante sia di morfologia differente dalla cartilagine articolare vera e propria, partecipa alla copertura delle regioni che hanno subito il danno, migliorandone la funzione biologica e meccanica.
In caso di lesioni cartilaginee gravi od in presenza di fallimento del trattamento conservativo, si può ricorrere ad un approccio di tipo chirurgico, con l’obiettivo di ripristinare l’integrità della superficie articolare. Generalmente gli interventi per lesioni condrali si eseguono in artroscopia o con l’utilizzo di tecniche mininvasive. La tecnica di riparazione della cartilagine più utilizzata è rappresentata dalle microfratture (tecnica della stimolazione midollare), con le quali si stimola la fuoriuscita di sangue dalla zona spongiosa dell’osso subcondrale, che induce la migrazione di cellule staminali e fattori di crescita dal midollo osseo nella sede di lesione dando il via alla produzione di fibrocartilagine, deputata alla copertura dell’osso sede di lesione condrale. In presenza di lesioni condrali più grandi o profonde, può essere indicato il trapianto di allograft osteocondrali o mosaico-plastica, che prevede il prelievo da una zona non soggetta a carico di piccoli tasselli di osso ricoperto da cartilagine ed il loro successivo reimpianto nella sede della lesione. Inoltre, un’ulteriore tecnica consiste nell’impianto di scaffold biomimetici, ossia da supporti sintetici costituiti da idrossiapatite e fibre di collagene, utilizzati spesso con l’aggiunta di cellule staminali mesenchimali.